Il muro è l’atto fondativo dell’architettura: delimita e abbraccia gli spazi, protegge e separa, definisce l’appartenenza di un luogo ad una comunità. Il progetto per il Centro Civico nel Quartiere Isola nasce appunto da una riflessione sul valore che il processo di costruzione di un muro può avere sui cittadini. In linea con il processo di partecipazione che ha portato alla definizione del programma funzionale si propone di realizzare un edificio secondo i principi dell’autocostruzione assistita, trasformando l’atto di realizzazione del Centro Civico in una fase finale di quello stesso processo che ne ha definito i contenuti.La struttura sarà in legno (ecologico, naturale, facile da riciclare), basata sui principi costruttivi del balloon frame e realizzata da un'impresa specializzata che accompagnerà successivamente i cittadini nella realizzazione dei tamponamenti dei muri. Questi saranno realizzati in paglia: leggera, estremamente economica ed ecologica, con ottime prestazioni di inerzia termica e resistenza ignifuga.L’autocostruzione assistita è un processo costruttivo che lavora sul senso di comunità, di appartenenza e responsabilità legati all’atto creativo dell’opera.A fronte di queste riflessioni costruttive, il progetto del Centro Civico si basa su un principio di dualità ripetute che coniugano vari aspetti dell’architettura cercando di mantenere una certa sintesi di segni e di linguaggio.Si comincia dal valore dello spazio aperto: l’edificio , definisce col suo volume due vuoti, due piazze che legano gli spazi del Centro a quelli della città. Il primo, verso la strada principale che conduce al cuore del quartiere Isola è uno spazio pavimentato, un ingresso al Centro, un luogo di incontro e di festa. Il secondo invece è un vuoto privato: un anfiteatro aperto sul parco, lo spazio ideale per rappresentazioni estive e semplici momenti di incontro. Sulla Piazza Civica si apre il bar, si trova la scacchiera gigante e si accede direttamente agli spazi direzionali e destinati alle associazioni e alle famiglie.Sull’anfiteatro si apre la sala lettura, si affaccia l’auditorium interno, con un accesso diretto dalla strada e si trova la palestra verticale. I due blocchi del volume definiscono il rapporto tra il contesto urbano, quello del quartiere, delle strade pedonali, dei mercati rionali e degli happening cittadini, e quello naturale, del parco, della biblioteca degli alberi, tranquillo e protetto.Questa ricerca di comunione tra i mondi naturale ed urbano, determina anche la ricerca linguistica dell’edificio, che se da un lato rimanda ai paesaggi cittadini dei tetti a falde e degli shed industriali, dall’altro si affianca al mondo naturale per le scelte materiche e cromatiche.I quattro muri principali, che con il loro profilo determinano la sagoma finale del Centro Civico, vengono definiti in base alle relazioni che instaurano con gli spazi aperti adiacenti.Il primo muro, quello a Sud, lavora con la strada pubblica e con la piazza coperta: sulla strada il muro si apre, diventa piano di lavoro o di esposizione, pensilina e sistema di ombreggiatura, diventa un servizio accessorio ad un uso attivo della strada, come i mercati rionali e le fiere, magari legati agli orti urbani presenti nel lotto vicino. Diventa anche l’occasione per proiettare le attività interne del centro civico verso lo spazio pubblico, una finestra aperta sulle attività dei cittadini. Il secondo muro è quello che chiude la Corte Civica, realizzato in paglia dai cittadini, è un muro manifesto, che dichiara l’appartenenza del centro alla comunità, è apribile, in modo da permettere alla cucina ed al bar di collegarsi direttamente alla piazza Il terzo muro si trasforma in palestra verticale, che si adatta alla sagoma dell’edificio e si affaccia sulla corte dell’anfiteatro.Infine l’ultimo muro che contiene il vuoto del teatro e chiude il lotto, con un profilo più basso degli altri, rappresenta una quinta teatrale, ma anche un’apertura verso gli edifici esistenti e gli alberi, veri protagonisti del parco.Internamente vengono identificati due tipi di spazi, quelli fissi e quelli mobili. Quelli fissi sono pensati per tutte quelle funzioni tecniche che hanno esigenze molto specifiche: i bagni, la cucina e il bar, disposti nella porzione mediana dell’edificio, che diventa una sorta di “linea“ tecnica che serve contemporaneamente le due ali.Quelli flessibili sono organizzati in base ad un sistema di pareti attrezzate mobili. Queste pareti possono essere composte per creare spazi dalle caratteristiche molteplici: piccoli e intimi, adatti alle esigenze di utenze differenti, spazi per singoli, adatti al co-working, spazi ludici. Le pareti scorrono su un sistema di ruote con fermo o su binari incassati nel pavimento, mentre i sistemi impiantistici corrono nel pavimento permettendo di non avere fili in vista: in questo modo gli utenti possono modificare l’ambiente per adattarlo alle proprie esigenze.