Il contesto entro cui è nata la Scuola di gomme di Al Khan Al Ahmar imponeva vincoli molto complessi: il clima desertico; la rigida normativa vigente per la quale di fatto ai Palestinesi è precluso il diritto di costruire; la necessità di costruire in modo semplice e veloce, così da poter operare anche in mancanza di manovalanza specializzata; l'uso di materiali locali; le minime risorse finanziarie. La tecnica costruttiva scelta prevede l'uso di pneumatici usati riempiti di terra, che presentano insieme i vantaggi della semplicità e rapidità di realizzazione e di un'elevata prestazione termica e statica. La bibliografia su questa tecnica è limitata ed il numero di applicazioni pratiche ridotto, ma i risultati si dimostrano sorprendenti. Il pneumatico è un materiale facilmente reperibile a costo zero, caratterizzato da una elevata elasticità e resistenza grazie agli elementi di gomma e ferro che lo compongono. Al suo interno presenta infatti un intreccio di cavi di acciaio che garantiscono i requisiti necessari ad un utilizzo quale materiale per edilizia. Inoltre, la re-immissione nel ciclo di vita di un materiale altrimenti destinato allo smaltimento, si propone come alternativa sostenibile di riutilizzo. La terra fortemente costipata costituisce il riempimento, garantisce la stabilità e resistenza agli sforzi di compressione e assicura nel contempo un'elevata inerzia termica. Le gomme così riempite, posizionate a file sfalsate come pesanti mattoni, vanno a comporre le pareti che fanno da tamponamento e struttura portante dell'edificio. L'intonacatura esterna in argilla garantisce la protezione della gomma dai raggi solari, evitandone il deterioramento e il rilascio di sostanze nocive.